uomo bionico

L’uomo bionico è una realtà

Che parti del corpo umano possano essere sostituite egregiamente da organi artificiali è sempre stata l’aspettativa degli scienziati, che da sempre pensano a una tecnologia applicata alla medicina in grado di poter garantire e preservare la salute dell’uomo nonostante qualche organo compromesso.

La tecnologia in aiuto dell’uomo

Poter trascorrere una vita lunga anche grazie all’aiuto di organi bionici sembra solo la trama di un film, invece oggi potrebbe essere possibile dato che già tre persone si sono sottoposte a un intervento di sostituzione di arti con parti bioniche. Ho letto infatti, che tre giovani austriaci hanno scelto di amputarsi la mano malata da tempo per sperimentare questo fantomatico intervento di sostituzione dell’arto naturale con un arto bionico, che si riuscirebbe a controllare con il pensiero. Si tratterebbe, quindi, di una ricostruzione bionica vera e propria che ai tre pazienti ha evitato un trapianto e si sa che il trapianto avrebbe potuto portare anche complicazioni dato che non è mai sicuro se e quanto il corpo possa accettare l’operazione o meno.

La ricostruzione bionica, quindi, ha offerto il vantaggio di non rischiare il pericolo di rigetto dell’organo trapiantato. A questi tre ‘eroi’, che si sono voluti sottoporre a tale intervento così innovativo e finora unico nel suo genere, è andata bene. Bisogna sottolineare, però, che l’operazione in questione è stata condotta da una troupe austriaca a Vienna, sarà per questo che il risultato è stato eccellente e un vero successo?

Sarà mai possibile in Italia?

Mi chiedo che risultati si sarebbero avuti se fosse stata condotta in un ospedale italiano… dopotutto la sanità da noi è quello che è, ma non è questa la sede in cui intendo esprimere la mia personale e umile opinione sulla sanità italiana. Voglio solo rimarcare il successo eccezionale riportato da questo chirurgo austriaco, tale Oskar Aszmann della Medical University di Vienna, che ha sviluppato insieme a degli ingegneri di Gottingen la tecnica per effettuare l’intervento in modo che riuscisse alla perfezione.

Perché l’apporto degli ingegneri? In pratica, a quanto ho capito, la ricostruzione bionica vuole il trasferimento selettivo di nervi e muscoli, l’amputazione dell’arto e la sostituzione con la protesi robotica che, ovviamente, è dotata di sensori in grado di ricevere e trasmettere gli impulsi del cervello, altrimenti non sarebbe manovrabile col pensiero. Non pensate che appena sostituito, l’arto robotico inizi come per magia a muoversi come gli si comanda! Serve, infatti, un programma di riabilitazione ad hoc che i tre coraggiosi hanno naturalmente seguito alla perfezione, ottenendo un recupero della funzionalità della mano praticamente eccezionale, tanto che sono riusciti presto a compiere qualsiasi tipo di attività, il che è un ottimo presupposto per continuare questa unione tra tecnologia e uomo.