Perché epilatore luce pulsata è l’alleato contro i peli superflui

Perché epilatore luce pulsata è l’alleato contro i peli superflui

Tutte le donne sognano di poter finalmente dire addio a un problema che le affligge da sempre, quello dei peli superflui. Oggi, grazie ai progressi della tecnologia in ambito dermatologico, è possibile davvero eliminare una volta per tutte i fastidiosi peli evitando il rituale doloroso della tradizionale ceretta, attraverso l’uso dell’epilatore luce pulsata.

Epilatore vs epilatore a luce pulsata: le differenze

Oggi finalmente ogni donna può risolvere il problema dei peli superflui senza doversi sottoporre alla tortura della ceretta ma semplicemente attraverso un trattamento con apposito epilatore luce pulsata. Grazie all’evoluzione della tecnologia in campo medico, oggi esistono diversi tipi di epilatore, ma le tue principali tipologie di epilatori sono quelli tradizionali e i più famosi epilatori luce pulsata, che permettono con la loro applicazione di risolvere il problema dei peli alla base e una volta per tutte. L’epilatore è un elettrodomestico di cui ogni donna è fornita, e si possono trovare non solo modelli dal pratico utilizzo ma anche indolori.

Ci si può finalmente dimenticare della dolorosa ceretta a strappo ora che è possibile utilizzare un semplice epilatore e il dolore si può definire del tutto debellato se il trattamento viene effettuato con un epilatore luce pulsata, che ormai non è più un’esclusiva dei centri medico-estetici ma alcuni modelli più semplici sono entrati anche nelle nostre case. Infatti, oggi accanto agli epilatori normali è possibile trovare anche quelli a luce pulsata che sono caratterizzati dalla stessa tecnologia ma col vantaggio di offrire un servizio a livello di un centro estetico professionale.

Come scegliere l’epilatore

L’epilatore a luce pulsata, diversamente da quello normale, ricorre alla tecnologia della foto termolisi selettiva per distruggere direttamente il follicolo pilifero usando il calore e impedendone la ricrescita, ecco perché la lotta ai peli superflui grazie a questo epilatore può considerarsi vinta del tutto. L’epilatore luce pulsata permette quindi di eliminare i peli in modo perenne e il suo utilizzo non rischia di danneggiare la pelle, come spesso capita ad esempio con lo strappo della ceretta. L’epilatore a luce pulsata, però, non è consigliato proprio per tutti i tipi di peli e di pelli: l’epilatore, infatti, è più consigliato a chi ha peli più scuri rispetto alla pelle e più folti.

Come un comune epilatore domestico, quello a luce pulsata funziona sempre nello stesso modo nel cercare di estirpare il pelo alla radice per impedirne una nuova formazione. Se si vuole usare uno di quei modelli di epilatore luce pulsata domestico vanno rispettare alcune semplici regole: prima di tutto, va capito il tipo di pelle che si ha, ovvero se è pelle particolarmente sensibile e delicata per cui potrebbe reagire in modo inaspettato alla luce pulsata. Pe scoprire se il proprio tipo di pelle può sopportare la luce pulsata, si può fare una prova in un centro estetico e se si ottiene un risultato positivo, allora si può considerare l’idea dell’epilatore luce pulsata domestico.

Come tagliare con l’Affettatrice

Come tagliare con l’Affettatrice

Impossibile essere privi di un’affettatrice se si è gran consumatori di carni e salumi. L’affettatrice domestica, infatti, può risultare molto utile a chi non solo consuma formaggi e salumi ma soprattutto a chi li produce e ha bisogno di conservarli in piccole quantità. Vediamo come si usa e come scegliere affettatrice più idonea alle proprie necessità

Affettatrice: quando si usa?

Dotata di una lama rotante particolarmente affilata e dal diametro variabile, affettatrice di solito la si vede sempre sul bancone del reparto salumeria di un supermercato oppure sul bancone di una macelleria, dato che il suo principale uso è quello di affettare carni e salumi. Eppure c’è chi laffettatrice l’ha sistemata in casa propria: molti oggi, infatti, sono coloro che si dilettano nella produzione di salumi e formaggi a livello casalingo e amatoriale.

Avendo la necessità di conservare tali prodotti in un luogo fresco e asciutto anche per lunghi periodi di tempo, non si può fare a meno di acquistare un’affettatrice da poter usare comodamente in casa: in questo modo non si dovrà chiedere il favore al macellaio o al salumiere di propria conoscenza per tagliare i prodotti alimentari né spendere soldini per il loro acquisto, dato che la produzione casalinga ha un costo decisamente minore. Lo sviluppo della tecnologia ha permesso di avere a disposizione diversi modelli di affettatrici per cui oggi si ha davvero l’imbarazzo della scelta.

Come scegliere la giusta affettatrice

Oggi è possibile trovare affettatrici che si contraddistinguono tra loro per diverse qualità, per questo, prima di effettuare l’acquisto, bisognerebbe ben visionare e prendere in considerazione ogni modello che può soddisfare le proprie esigenze. Infatti, prima del vero e proprio acquisto, vanno considerati vari elementi come, per esempio, le dimensioni dell’affettatrice: bisogna controllare se c’è abbastanza spazio sul piano della cucina o sull’angolo cottura per posizione affettatrice dato che si tratta di uno strumento notevolmente grande. Oltre alle dimensioni, un altro fattore da considerare è anche la potenza della macchina, dato che non si va mica a tagliare una semplice fetta di pane, ma si tratta di dover tagliare un salume stagionato che non è da poco se non si è abituati già a farlo.

Ecco perché bisogna sapere che è possibile scegliere tra affettatrice manuale e quella elettrica e tra quella a gravità e quella verticale, ma le più usate sono proprio le manuali e quelle elettriche. Le affettatrici manuali si caratterizzano per il piano di appoggio inclinato per cui le fette e i pezzi di salumi o di carne cadono direttamente sul vassoio, mentre nelle affettatrici elettriche, ma anche negli altri due tipi, le fette di salume vengono tagliate direttamente sul vassoio. Inoltre, altro fattore è che affettatrice manuale può essere usata anche senza corrente, di contro però il modello automatico è decisamente più pratico e semplice da usare oltre che molto sicuro.

Quando la fotografia è arte: caratteristiche della Macchina fotografica

Quando la fotografia è arte: caratteristiche della Macchina fotografica

Non è tanto facile come sembra scegliere una buona macchina fotografica soprattutto se si cerca di far diventare la propria passione per la fotografia una vera e propria arte. Ancora più difficile quando dall’arte si passa al lavoro, per cui può risultare un’impresa difficile optare tra macchine fotografiche compatte, reflex e di medio livello. Eppure un metodo per individuare il modello che fa al proprio caso esiste, vediamo qual è.

Una macchina fotografica per passione

Come detto, quando la fotografia si vuole trasformarla da passione ad arte, diventa complicata la scelta di una macchina fotografica che possa avere caratteristiche tecniche che rappresentino una sorta di compromesso tra una macchina fotografica professionale e una amatoriale. Infatti, tra i diversi tipi di macchine fotografiche che è possibile trovare oggi, ce n’è sempre qualcuno che si differenzia rispetto agli altri secondo qualche aspetto più specificamente tecnico o più legato alla resa qualitativa dell’immagine. In pratica, ogni modello può soddisfare determinate esigenze rispetto agli altri e quindi essere più o meno adatto a un tipo di fotografo rispetto a un altro.

Diverse saranno le esigenze di chi si approccia alla fotografia per al prima volta e di chi è più esperto, infatti, se si è neofiti basterà avere una propria macchina fotografica che riesca a scattare foto decenti, mentre se si è più esperti la scelta sarà più mirata a ottenere un prodotto di gran lunga superiore. Se si desidera dotarsi di una propria macchina fotografica, è preferibile prendere informazioni sui diversi tipi e su quali siano le principali differenze per capire il genere di strumentazione che potrebbe più soddisfare le proprie necessità.

Per chi non lo sapesse, per esempio, le fotocamere compatte cosiddette “point and shoot”, le punta e scatta, si adattano facilmente a qualsiasi tipo di fotografo, dal più esperto al più novellino e possono essere usate tutti i giorni perché le principali caratteristiche che contraddistinguono le point and shoot sono la comodità e la praticità. le macchine fotografiche compatte sono altrettanto maneggevoli e facili da usare poiché le loro impostazioni risultano davvero molto semplici da capire, e alla fine è sufficiente puntare l’obbiettivo e scattare.

Caratteristiche, modelli e preferenze nella scelta della macchina fotografica

Abbiamo accennato come esistano dei fattori da prendere in considerazione per effettuare la scelta della macchina fotografica, tali fattori sono i parametri di scatto che contraddistinguono un modello dall’altro come per esempio le macchine fotografiche Bridge che permettono di usare più impostazioni insieme, oppure come le mirrorless, ovvero quelle macchine fotografiche su cui è possibile agganciare l’obbiettivo.

Quelle che si confermano i modelli più completi sono sempre le reflex: dotata di diversi obbiettivi, è possibile regolarne tutti i parametri di scatto, per questo è indicata per i professionisti e per gli appassionati di fotografia, che possono affidarsi completamente alla macchina e contare sulle sue funzioni automatiche per migliorare la resa della foto.

Il “Programma il Futuro” della buona scuola italiana

Il “Programma il Futuro” della buona scuola italiana

Non so quanti di voi conoscono il progetto di coding che il nostro Miur ha lanciato nelle scuole. Sinceramente non ne sapevo niente nemmeno io, nonostante abbia familiari impiegati nella pubblica amministrazione, leggete scuola dell’obbligo. Sarà che questo progetto non è ancora approdato in tutte le scuole del Paese, però gli insegnanti già se ne lamentano, ma andiamo con ordine.

Perché l’informatica non dovrebbe essere un’opinione

Il progetto si chiama “Programma il futuro”, nome promettente effettivamente e anche il suo scopo lo sarebbe, ovvero fornire alle scuole le strutture e gli strumenti giusti per introdurre i concetti base dell’informatica. Che l’informatica non sia effettivamente insegnata nella scuola pubblica italiana mi meraviglia ancora: le nuove generazioni nascono già digitalizzate, e a scuola non c’è il computer? Mah… capisco che il corpo docente per insegnare l’informatica debba prima apprenderla, ma allora perché non assumere giovani insegnanti che sono cresciuti a pane e internet?

Non è mia intenzione trattare qui il problema dell’aggiornamento delle scuole e di tutti i finti o veri concorsoni con cui il Ministero millanta di voler assumere nuovi docenti, però leggere che questo programma vuole introdurre nelle scuole i concetti di base dell’informatica un po’ mi fa venire i brividi sull’efficienza della nostra scuola. Più che altro aggiunge dubbi su dubbi.

Scuole italiane senza computer e internet: si può?

Introdurre l’informatica nella scuola nel 2015, ma non saremo leggermente in ritardo non solo rispetto al resto del mondo ma proprio rispetto ai ragazzi che frequentano i diversi gradi di istruzione scolastica? Loro ne sanno di più di chi dovrebbe insegnare loro la materia, per intenderci. Vero è che il 38% della popolazione ancora non è istruita su internet, insomma non è alfabetizzata digitalmente per cui navigare sul web è ancora arabo. Probabilmente sarà per questo che il progetto del Miur ha riscosso successo da quando è stato applicato. A essere coinvolte sono diverse università italiane tra cui Tor Vergata a Roma e la Federico II di Napoli, con i loro docenti informatici e ingegneri informatici che sono riusciti nell’intento di iniziare a digitalizzare la scuola italiana.

Finora al progetto hanno partecipato attivamente soprattutto le scuole primarie, dato il livello base da cui si parte per l’insegnamento, quindi è stato un approccio molto positivo, anche se pare non siano mancate le note di demerito. E indovinate un po’ di cosa si sono lamentati maggiormente? La cosa non mi ha stupito più di tanto: le lamentele hanno riguardato la mancanza di mezzi tecnologici in classe, ovvero computer e connessione internet sono praticamente inesistenti nella maggior parte degli istituti, per non parlare della formazione degli stessi insegnanti che, proprio come accennavo prima, sono meno digitalizzati rispetto agli studenti. Proprio a questo proposito, gli insegnanti richiedono più formazione sul campo, e mi sembra giusto altrimenti come potrebbero trasmettere tali conoscenze in lezioni che risultino effettivamente efficaci sui ragazzi?

L’uomo bionico è una realtà

L’uomo bionico è una realtà

Che parti del corpo umano possano essere sostituite egregiamente da organi artificiali è sempre stata l’aspettativa degli scienziati, che da sempre pensano a una tecnologia applicata alla medicina in grado di poter garantire e preservare la salute dell’uomo nonostante qualche organo compromesso.

La tecnologia in aiuto dell’uomo

Poter trascorrere una vita lunga anche grazie all’aiuto di organi bionici sembra solo la trama di un film, invece oggi potrebbe essere possibile dato che già tre persone si sono sottoposte a un intervento di sostituzione di arti con parti bioniche. Ho letto infatti, che tre giovani austriaci hanno scelto di amputarsi la mano malata da tempo per sperimentare questo fantomatico intervento di sostituzione dell’arto naturale con un arto bionico, che si riuscirebbe a controllare con il pensiero. Si tratterebbe, quindi, di una ricostruzione bionica vera e propria che ai tre pazienti ha evitato un trapianto e si sa che il trapianto avrebbe potuto portare anche complicazioni dato che non è mai sicuro se e quanto il corpo possa accettare l’operazione o meno.

La ricostruzione bionica, quindi, ha offerto il vantaggio di non rischiare il pericolo di rigetto dell’organo trapiantato. A questi tre ‘eroi’, che si sono voluti sottoporre a tale intervento così innovativo e finora unico nel suo genere, è andata bene. Bisogna sottolineare, però, che l’operazione in questione è stata condotta da una troupe austriaca a Vienna, sarà per questo che il risultato è stato eccellente e un vero successo?

Sarà mai possibile in Italia?

Mi chiedo che risultati si sarebbero avuti se fosse stata condotta in un ospedale italiano… dopotutto la sanità da noi è quello che è, ma non è questa la sede in cui intendo esprimere la mia personale e umile opinione sulla sanità italiana. Voglio solo rimarcare il successo eccezionale riportato da questo chirurgo austriaco, tale Oskar Aszmann della Medical University di Vienna, che ha sviluppato insieme a degli ingegneri di Gottingen la tecnica per effettuare l’intervento in modo che riuscisse alla perfezione.

Perché l’apporto degli ingegneri? In pratica, a quanto ho capito, la ricostruzione bionica vuole il trasferimento selettivo di nervi e muscoli, l’amputazione dell’arto e la sostituzione con la protesi robotica che, ovviamente, è dotata di sensori in grado di ricevere e trasmettere gli impulsi del cervello, altrimenti non sarebbe manovrabile col pensiero. Non pensate che appena sostituito, l’arto robotico inizi come per magia a muoversi come gli si comanda! Serve, infatti, un programma di riabilitazione ad hoc che i tre coraggiosi hanno naturalmente seguito alla perfezione, ottenendo un recupero della funzionalità della mano praticamente eccezionale, tanto che sono riusciti presto a compiere qualsiasi tipo di attività, il che è un ottimo presupposto per continuare questa unione tra tecnologia e uomo.